I danni del Piano Casa

Da quello che l’ex Governatrice Polverini e, con lei, l’ex sindaco Alemanno avevano detto, quel Piano Casa doveva essere un provvedimento innovativo in grado di ampliare a cittadini ed imprese la possibilità di intervenire sull’edilizia esistente a favore soprattutto dell’offerta abitativa, l’uovo di Colombo per risolvere crisi abitativa ed economica della città di Roma; una falsa promessa che si sta traducendo, invece, in un incubo per il Municipio XI.

Un incubo fatto di speculazione edilizia che, tradotta, significa case. Case su case, migliaia e migliaia di appartamenti da piazzare in giro per il territorio, in luoghi già pesantemente gravati da difficoltà legate ad una mobilità inadeguata, privi di verde, senza scuole e per i quali il Piano Regolatore prevedeva, al contrario, servizi d’interesse locale, attività commerciali e direzionali.

Così, nella zona Muratella, mentre si cerca di riprendere il progetto di costruzione del nido, della materna e della scuola elementare, mentre l’amministrazione cerca di acquisire a patrimonio la viabilità interna e a sistemare un sistema fognario già del tutto insufficiente per le urbanizzazioni esistenti, ecco che arrivano i 1200 nuovi appartamenti dell’ex Complesso Alitalia, in mezzo a strade tutt’ora prive di illuminazione.

E, in zona Marconi, la Città del Gusto, il regno della Cucina di qualità, lascerà il posto ad appartamenti per 70 mila metri cubi.

Più in periferia, nella Valle Galeria dove è appena stata chiusa Malagrotta ma si sta ancora con lo spauracchio di una possibile nuova discarica e la certezza dell’inceneritore dei rifiuti ospedalieri, con la politica locale che cerca di dipanare la matassa dei parcheggi di pertinenza della stazione e delle linee di autobus insufficenti e che non servono tutta la zona, a Piana del Sole, nell’area della “Nuova Fiera di Roma”, verranno realizzate case per 270mila metri cubi, con buona pace dei problemi preesistenti.

Infine, nulla di migliore aspetta alla Magliana dove la precedente maggioranza di centrosinistra non è riuscita ad approvare il Programma Integrato (Print) di recupero dell’ex fabbrica Buffetti, che tanto faceva gridare allo scandalo SEL e parte del PD che ritenevano che, oltre alla bonifica dell’area, un Auditorium, il raddoppio del sottopasso ferroviario di via Baffi, una piazza, un parcheggio e un nido non fossero abbastanza da giustificare 32 appartamenti ed una piccola piastra commerciale e che, invece, verrà tramutato adesso in abitazioni per 40 mila metri cubi.

Il sentore è che sia troppo tardi e che quasi nulla si possa fare. Le richieste al Sindaco Marino e all’Assessore all’Urbanistica Caudo sono partite e di certo c’è chi è pronto a non arrendersi ma al momento o devono essere gli stessi costruttori/proprietari a retrocedere e a votarsi alla rigenerazione urbana oppure sarà difficile evitare lo scempio che si sta prefigurando.

E tanti complimenti a tutti.

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